domenica 11 dicembre 2011

Lingua polacca


Il polacco è una lingua slava occidentale, nonché lingua ufficiale della Polonia.
È parlato come lingua madre da circa 45 milioni di persone
(in Polonia, nei territori che prima della seconda guerra mondiale appartennero allo stato polacco e adesso appartengono alla Lituania, alla Bielorussia o all'Ucraina e anche nei centri di emigrazione polacca nell'Europa occidentale, in America e altrove).

 

Storia

Il polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente – molti autori ed editori proposero le proprie idee e modifiche. L'ortografia così inventata, con cambiamenti minori, viene usata ancora oggi.
Il polacco è sempre stato (e lo è ancora oggi) influenzato dalle lingue straniere, soprattutto il latino, il greco, il tedesco, l'italiano, il francese, il russo e l'inglese.
Un fenomeno comune con altre lingue slave è che, nonostante l'influenza di altre lingue, il polacco non ha perso quasi mai gli antichi corrispondenti slavi, creando in questo modo una vera e propria doppia lingua, con l'uso contemporaneo dei termini sia di origine slava che latina. Doppi termini sono utilizzati in tutti i gruppi sociali ed in ogni luogo della Polonia. Quindi non si tratta di una classe o fascia della società più "erudita" ma di un fenomeno esteso. Nel caso delle lingue slave e specialmente del polacco si osserva un particolare fenomeno dove la parola più moderna (influenzata) non cancella quasi mai quella più arcaica ma piuttosto convive come una delle alternative. Vengono qui sotto riportati alcuni esempi di parole in lingua italiana seguite dalla traduzione in polacco d'origine italiana, latina o greca e da quella originale polacco-slava:
deformare
deformować - zniekształcać
istruzione
edukacja - nauczanie
trasformazione
transformacja – przetwarzanie (przekształcanie, przerabianie)
deputato
deputowany – poseł(wysłannik)
auto (auto-macchina)
auto – samo(samochód)
aereo (aeroplano)
aeroplan – samolot
macchina (macchinario)
maszyna – urządzenie
apparecchio
aparat – przyrząd
organo
organ – narząd
sensazione
sensacja – uczucie
mobile
mobilny - przenośny
guardia
gwardia - straż
repubblica
republika - rzeczpospolita
la pubblica
publiczna – społeczna (o pospolita)
pubblico
publiczność - widzowie
spettacolo
spektakl - przedstawienie
base
baza - podstawa
stabile
stabilny - stały
dinamico
dynamiczny - zmienny
variante
wariant - odmiana
ruolo
rola – znaczenie, czynność, obstawa
funzione
funkcja – znaczenie, miejsce w
posizione
pozycja – miejsce
tipo
typ - rodzaj
tendenza
tendencja – skłonność
localizzare
lokalizować – umiejscawiać - znajdować się
È molto evidente il fenomeno, poco spiegato finora, della incredibile stabilità nello spazio e nel tempo delle lingue slave indipendentemente dal fatto che nello stesso periodo, in altre parti d'Europa dal latino e dalle varie lingue locali si siano create così tante miscele di lingue nuove in continuo mutamento. Probabilmente il segreto della stabilità e della sopravvivenza del polacco (come delle altre lingue slave) sta nello stesso significato della parola slavo che vuol dire parola. Il popolo slavo era un vero e proprio divinatore delle parole (ma assolutamente non scritte per buoni motivi dal lontano passato) per questo nelle parole possono rivelarsi tutti i segreti della lingua stessa. Sembra che la lingua non potendo essere scritta, doveva essere codificata per poter nascondere messaggi più profondi nella essenza delle stesse parole: messaggi sulla storia, sul pensiero e sulla missione dello stesso popolo slavo. Sembra inoltre che indipendentemente dalla bassa consapevolezza degli odierni slavi sulla struttura della lingua slava, essa sopravvive quasi in maniera autonoma per mezzo degli stessi slavi. Questo fenomeno è molto bene visibile con le nuove ed ultime influenze esterne, come per esempio alcuni dei termini moderni che continuano a rispettare comunque l'antico schema delle radici come essenze delle parole così create. Alcuni esempi:
  • samo-lot (aereo),
  • samo-chód (automobile),
  • ksiądz (il prete che deriva direttamente dal księga(libro, dal colui che custodisce il libro santo),
  • kościół (la chiesa, dalle parole; kość-osso e ściółka – sparsa, stesa, per quanto templi slavi si costruivano sulla base a terrazzo di ossa).
Così per esempio la parola Roda o Róda o Ruda(mitologica Madre terra dei slavi, famosa Venere del Paleolitico di colore rosso, infatti róda significa anche rossa di carnagione nel polacco) ha dato origine a tutte quelle parole che la nascondono come radice e che ha un logico senso di connessione con l'essenza della stessa Róda. Da Róda nasce:
  • źródło in polacco rodnik in russo (sorgente),
  • ród (generazione),
  • na-ród (nazione),
  • rodzica (madre),
  • rodzice (genitori),
  • rodzina (famiglia),
  • rodzić (partorire),
  • rodowód (genesi dove terminale wód deriva dall'acqua-woda, wódka- sottolineando fluida natura della genesi),
  • rodzaj (specie, tipo),
  • gród (la città anticamente come borgo di una famiglia-generazione),
  • ogród (giardino, in quanto circondava antiche città chiamate gród),
  • rodło (il simbolo di una famiglia o nazione),
  • przyroda (natura, dove prefisso przy significa accanto o intorno alla Roda),
  • Ruda (cosi sono chiamati tutti i minerali grezzi dai quali si fanno metalli, esempio ruda miedźi (il grezzo del rame da fondere).
L'esempio sopra citato (uno dei tanti) della Roda dimostra una incredibile connessione tra le parole e le loro radici, che evidentemente hanno anche una connessione non soltanto nel suono della stessa parola ma soprattutto nel significato. Probabilmente questo sistema di codifica delle parole impedisce il mutamento delle stesse, in quanto il mutamento di una sola parola derivata dalla radice farebbe crollare a catena tantissime altre parole, fatto praticamente impossibile a verificarsi perché dovrebbero scomparire diverse parole insieme. La Roda è una delle tre elementari basi della mitologia e visione del mondo slavo che corrisponde alla forza creatrice e all'elemento terra-solido. Comunque poi ci sono altri due basi nella trinità slava dalle quali nascono altre parole, usandole come radici-essenza. Trattasi di Woda e Goda, dove woda corrisponde all'elemento acqua-fluido e da essa nascono molte parole col significato della fluidità nel tempo e nello spazio, quindi animata e portatrice di vita in generale, come per esempio:
  • wodzić (guidare)
  • wódz (il capo)
  • przewodzić (condurre)
  • uwodzić (rapire, anche in senso metaforico)
  • wywodzić (avere le origini da...)
  • rozwodzić (separare)
  • dowód (testimonianza)
  • wywód (riflessione riguardo a...)
  • zwód (presa in giro)
La base è slava, con una buona parte del vocabolario e della fraseologia che è di origine latina o greca, come alternative per poter ritrovarsi nell'odierno "villaggio globale". I prestiti dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario, ad esempio "makaron" (pasta, maccheroni), e musicale (specie classico): sonet (sonetto), solista (solista). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure, come pomidor (pomodoro), cebula (cipolla), sałata (lattuga, da insalata), por (porro), dovuti pare a Bona Sforza d'Aragona (14941557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo, regina di Polonia, che importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale italiana. Comunque fenomeni d'influenze come quelle sopra citate non sono una eccezione, essendo esse tipiche di tante altre lingue, influenzate in passato dall'Impero romano, più tardi dalla Chiesa cattolica e ultimamente dalla globalizzazione e da internet. Invece molto più sorprendente nella lingua polacca o nelle altre lingue slave è l'influenza delle lingue slave spesso sulla base d'altre lingue non slave.

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