domenica 11 dicembre 2011

L'alfabeto polacco


L'alfabeto polacco si scrive con 32 lettere dell'alfabeto latino: a ą b c ć d e ę f g h i j k l ł m n ń o ó p r s ś t u w y z ź ż, arricchite da segni diacritici come l'ogonek (Ą ą Ę ę), l'accento acuto (Ć ć Ń ń Ó ó Ś ś Ź ź), la barra obliqua (Ł ł) e il punto superiore (Ż ż). Fa inoltre uso di 7 digrammi, detti dwuznaki (ch, cz, dz, dź, dż, rz, sz). Le lettere Q, V e X vengono utilizzate solo in termini derivati o di origine straniera.


Fonetica


Il sistema vocalico polacco non è particolarmente complesso e comprende 8 vocali, generalmente scritte nel sistema ortografico polacco come a, e, i, y, o, u, ą, ę. Le vocali a, e, i, o, u si pronunciano come in italiano (con suoni aperti per la "e" e la "o") mentre la vocale y ha un suono intermedio tra una "e" chiusa italiana e una "i" (è molto simile al suono inglese in per es. "bit"). Le vocali ą ed ę rappresentano i vocali nasali /ɔ̃/ e /ɛ̃/ che non esistono in italiano, simili (ma non uguali) ai suoni trascritti in francese come "-on" e "-in". Le vocali nasali erano presenti nella lingua proto-slava ma si sono perse in tutte le lingue slave moderne a parte il polacco.
Il sistema di consonanti polacche è complesso e comprende 35 consonanti. Ad esempio, alcune consonanti palatali polacche (ć dź ś ź) non esistono in italiano; le consonanti palatali (chiamate nella tradizione grammaticale slava "molli") sono scritte con il segno grafico che in italiano corrisponde all'accento acuto usato per le vocali. Ovviamente tale segno grafico in polacco non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, che in polacco cade solitamente sulla penultima sillaba delle parole (come in italiano). La distinzione tra consonanti "dure" (=non palatalizzate) e "molli" è di fondamentale importanza non solo per una corretta pronuncia ma anche perché parole terminanti con una consonante molle o dura seguono regole di declinazione diverse. Possiamo segnalare che anche in italiano abbiamo due coppie di consonanti che esemplificano il concetto di opposizione tra consonanti molli e dure: "n" e "gn" (di per es. gnomo) e "l" e "gl" (di per ese. egli).
Le differenze dialettali in polacco sono relativamente piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, anche detti Monti Tatra, nei pressi della nota località di Zakopane, vicino al confine slovacco.


Accento


In polacco non esiste alcun accento grafico. Esiste bensì un segno diacritico che può assomigliargli (ń, ś, ć, ź) che comunque non ha nulla a che vedere con un accento, ma indica che quella consonante non è dura ma molle. L'accento tonico, come capita molto spesso anche in italiano, cade di regola sulla penultima sillaba (serwetka, tovagliolo; woda, acqua; zatrzymywać, fermare).


Caratteristiche grammaticali


Nella lingua polacca non ci sono articoli (kapelusz può significare cappello, un cappello o il cappello a seconda del contesto). Ci sono due numeri grammaticali (singolare e plurale). Al singolare ci sono tre generi grammaticali (maschile, femminile, neutro). Al plurale, invece, funziona un'altra distinzione: tra il virile (persone maschili) e il non-virile (le altre persone, animali e oggetti). Per esempio il sostantivo mechanik (meccanico) è maschile e virile, kot (gatto) è maschile e non-virile, studentka (studentessa) è femminile e non-virile. Ci sono sette casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, strumentale, locativo, vocativo. Nella coniugazione dei verbi ci sono tre tempi (presente, futuro, passato) e tre modi (indicativo, condizionale, imperativo). Come nella maggior parte delle altre lingue slave, anche in polacco si è conservato l'aspetto verbale che contraddistingue i verbi in perfettivi (dokonane), che designano un'azione compiuta, e imperfettivi (niedokonane), che indicano un'azione incompiuta, in via di svolgimento, abituale o ripetuta nel tempo.


Sostantivi



La classificazione suddetta per i sostantivi è più utile da un punto di vista strettamente grammaticale piuttosto che didattico. Didatticamente è molto più produttivo imparare le regole di derivazione della desinenza a seconda del caso, piuttosto che suddividere i nomi in classi. Il fatto che un nome sia personale o meno ha importanza in alcuni casi grammaticali mentre per altri è più importante che il suono consonantico finale (tema) sia duro o molle quindi si ricorderà la regola solo in tali casi; per altri si distingue tra esseri animati ed inanimati.
Più in generale per questa lingua, è più semplice imparare le regole caso per caso piuttosto che tentare di raggruppare le parole in classi (metodo invece molto utile in latino). Ad esempio si può riassumere lo strumentale con poche regole:
  • maschile e neutro singolare: -em; femminile singolare ą
  • plurale (tutti i casi): -ami
è anche vero che non tutti i casi sono così semplici.
a) Nome maschile di cosa inanimata: czas, "tempo"
Note: Acc = gen.; voc. s. = loc. s.; des. gen.: -a, -u

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)czasczasy
Genitivo (dopełniacz)czasuczasów
Dativo (celownik)czasowiczasom
Accusativo (biernik)czasczasy
Strimentale (narzędnik)czasemczasami
Locativo (miejskownik)czasieczasach
Vocativo (wołacz)czasieczasy


b) Nome maschile virile: inżynier, "ingegnere"
Note: acc. = gen.: -a; voc. s. = loc. s.; nominativo pl.: -owi

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)inżynierinżynierowie
Genitivo (dopełniacz)inżynierainżynierów
Dativo (celownik)inżynierowiinżynierom
Accusativo (biernik)inżynierainżynierów
Strimentale (narzędnik)inżyniereminżynierami
Locativo (miejskownik)inżynierzeinżynierach
Vocativo (wołacz)inżynierzeinżynierowi


c) Nome maschile di cosa animata (non virile): kot, "gatto"
Note: simile al virile ma senza desinenza "-owie"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)kotkoty
Genitivo (dopełniacz)kotakotòw
Dativo (celownik)kotowikotom
Accusativo (biernik)kotakoty
Strimentale (narzędnik)kotemkotami
Locativo (miejskownik)kociekotach
Vocativo (wołacz)kociekoty


d) Nome femminile: firma, "ditta".
Note: acc. -ę, strum. ą; voc.: -o, -u

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)firmafirmy
Genitivo (dopełniacz)firmyfirm
Dativo (celownik)firmiefirmom
Accusativo (biernik)firmęfirmy
Strimentale (narzędnik)firmąfirmami
Locativo (miejskownik)firmiefirmach
Vocativo (wołacz)firmofirmy


e) Nome femminile con consonante finale: wilgoć, "umidità"
Note: nom. = acc.

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)wilgoćwilgocie
Genitivo (dopełniacz)wilgociwilgoci
Dativo (celownik)wilgociwilgociom
Accusativo (biernik)wilgoćwilgocie
Strimentale (narzędnik)wilgociąwilgociami
Locativo (miejskownik)wilgociwilgociach
Vocativo (wołacz)wilgoćwilgoci


f) Nome neutro con desinenza in -o: wino, "vino"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)winowina
Genitivo (dopełniacz)winawin
Dativo (celownik)winuwinom
Accusativo (biernik)winowina
Strimentale (narzędnik)winemwinami
Locativo (miejskownik)winiewinach
Vocativo (wołacz)winowina


g) Nome neutro con desinenza in -e: czytanie, "lettura"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)czytanieczytania
Genitivo (dopełniacz)czytaniaczytań
Dativo (celownik)czytaniuczytaniom
Accusativo (biernik)czytanieczytania
Strimentale (narzędnik)czytaniemczytaniami
Locativo (miejskownik)czytaniuczytaniach
Vocativo (wołacz)czytanieczytania

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