domenica 11 dicembre 2011

L'alfabeto polacco


L'alfabeto polacco si scrive con 32 lettere dell'alfabeto latino: a ą b c ć d e ę f g h i j k l ł m n ń o ó p r s ś t u w y z ź ż, arricchite da segni diacritici come l'ogonek (Ą ą Ę ę), l'accento acuto (Ć ć Ń ń Ó ó Ś ś Ź ź), la barra obliqua (Ł ł) e il punto superiore (Ż ż). Fa inoltre uso di 7 digrammi, detti dwuznaki (ch, cz, dz, dź, dż, rz, sz). Le lettere Q, V e X vengono utilizzate solo in termini derivati o di origine straniera.


Fonetica


Il sistema vocalico polacco non è particolarmente complesso e comprende 8 vocali, generalmente scritte nel sistema ortografico polacco come a, e, i, y, o, u, ą, ę. Le vocali a, e, i, o, u si pronunciano come in italiano (con suoni aperti per la "e" e la "o") mentre la vocale y ha un suono intermedio tra una "e" chiusa italiana e una "i" (è molto simile al suono inglese in per es. "bit"). Le vocali ą ed ę rappresentano i vocali nasali /ɔ̃/ e /ɛ̃/ che non esistono in italiano, simili (ma non uguali) ai suoni trascritti in francese come "-on" e "-in". Le vocali nasali erano presenti nella lingua proto-slava ma si sono perse in tutte le lingue slave moderne a parte il polacco.
Il sistema di consonanti polacche è complesso e comprende 35 consonanti. Ad esempio, alcune consonanti palatali polacche (ć dź ś ź) non esistono in italiano; le consonanti palatali (chiamate nella tradizione grammaticale slava "molli") sono scritte con il segno grafico che in italiano corrisponde all'accento acuto usato per le vocali. Ovviamente tale segno grafico in polacco non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, che in polacco cade solitamente sulla penultima sillaba delle parole (come in italiano). La distinzione tra consonanti "dure" (=non palatalizzate) e "molli" è di fondamentale importanza non solo per una corretta pronuncia ma anche perché parole terminanti con una consonante molle o dura seguono regole di declinazione diverse. Possiamo segnalare che anche in italiano abbiamo due coppie di consonanti che esemplificano il concetto di opposizione tra consonanti molli e dure: "n" e "gn" (di per es. gnomo) e "l" e "gl" (di per ese. egli).
Le differenze dialettali in polacco sono relativamente piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, anche detti Monti Tatra, nei pressi della nota località di Zakopane, vicino al confine slovacco.


Accento


In polacco non esiste alcun accento grafico. Esiste bensì un segno diacritico che può assomigliargli (ń, ś, ć, ź) che comunque non ha nulla a che vedere con un accento, ma indica che quella consonante non è dura ma molle. L'accento tonico, come capita molto spesso anche in italiano, cade di regola sulla penultima sillaba (serwetka, tovagliolo; woda, acqua; zatrzymywać, fermare).


Caratteristiche grammaticali


Nella lingua polacca non ci sono articoli (kapelusz può significare cappello, un cappello o il cappello a seconda del contesto). Ci sono due numeri grammaticali (singolare e plurale). Al singolare ci sono tre generi grammaticali (maschile, femminile, neutro). Al plurale, invece, funziona un'altra distinzione: tra il virile (persone maschili) e il non-virile (le altre persone, animali e oggetti). Per esempio il sostantivo mechanik (meccanico) è maschile e virile, kot (gatto) è maschile e non-virile, studentka (studentessa) è femminile e non-virile. Ci sono sette casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, strumentale, locativo, vocativo. Nella coniugazione dei verbi ci sono tre tempi (presente, futuro, passato) e tre modi (indicativo, condizionale, imperativo). Come nella maggior parte delle altre lingue slave, anche in polacco si è conservato l'aspetto verbale che contraddistingue i verbi in perfettivi (dokonane), che designano un'azione compiuta, e imperfettivi (niedokonane), che indicano un'azione incompiuta, in via di svolgimento, abituale o ripetuta nel tempo.


Sostantivi



La classificazione suddetta per i sostantivi è più utile da un punto di vista strettamente grammaticale piuttosto che didattico. Didatticamente è molto più produttivo imparare le regole di derivazione della desinenza a seconda del caso, piuttosto che suddividere i nomi in classi. Il fatto che un nome sia personale o meno ha importanza in alcuni casi grammaticali mentre per altri è più importante che il suono consonantico finale (tema) sia duro o molle quindi si ricorderà la regola solo in tali casi; per altri si distingue tra esseri animati ed inanimati.
Più in generale per questa lingua, è più semplice imparare le regole caso per caso piuttosto che tentare di raggruppare le parole in classi (metodo invece molto utile in latino). Ad esempio si può riassumere lo strumentale con poche regole:
  • maschile e neutro singolare: -em; femminile singolare ą
  • plurale (tutti i casi): -ami
è anche vero che non tutti i casi sono così semplici.
a) Nome maschile di cosa inanimata: czas, "tempo"
Note: Acc = gen.; voc. s. = loc. s.; des. gen.: -a, -u

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)czasczasy
Genitivo (dopełniacz)czasuczasów
Dativo (celownik)czasowiczasom
Accusativo (biernik)czasczasy
Strimentale (narzędnik)czasemczasami
Locativo (miejskownik)czasieczasach
Vocativo (wołacz)czasieczasy


b) Nome maschile virile: inżynier, "ingegnere"
Note: acc. = gen.: -a; voc. s. = loc. s.; nominativo pl.: -owi

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)inżynierinżynierowie
Genitivo (dopełniacz)inżynierainżynierów
Dativo (celownik)inżynierowiinżynierom
Accusativo (biernik)inżynierainżynierów
Strimentale (narzędnik)inżyniereminżynierami
Locativo (miejskownik)inżynierzeinżynierach
Vocativo (wołacz)inżynierzeinżynierowi


c) Nome maschile di cosa animata (non virile): kot, "gatto"
Note: simile al virile ma senza desinenza "-owie"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)kotkoty
Genitivo (dopełniacz)kotakotòw
Dativo (celownik)kotowikotom
Accusativo (biernik)kotakoty
Strimentale (narzędnik)kotemkotami
Locativo (miejskownik)kociekotach
Vocativo (wołacz)kociekoty


d) Nome femminile: firma, "ditta".
Note: acc. -ę, strum. ą; voc.: -o, -u

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)firmafirmy
Genitivo (dopełniacz)firmyfirm
Dativo (celownik)firmiefirmom
Accusativo (biernik)firmęfirmy
Strimentale (narzędnik)firmąfirmami
Locativo (miejskownik)firmiefirmach
Vocativo (wołacz)firmofirmy


e) Nome femminile con consonante finale: wilgoć, "umidità"
Note: nom. = acc.

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)wilgoćwilgocie
Genitivo (dopełniacz)wilgociwilgoci
Dativo (celownik)wilgociwilgociom
Accusativo (biernik)wilgoćwilgocie
Strimentale (narzędnik)wilgociąwilgociami
Locativo (miejskownik)wilgociwilgociach
Vocativo (wołacz)wilgoćwilgoci


f) Nome neutro con desinenza in -o: wino, "vino"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)winowina
Genitivo (dopełniacz)winawin
Dativo (celownik)winuwinom
Accusativo (biernik)winowina
Strimentale (narzędnik)winemwinami
Locativo (miejskownik)winiewinach
Vocativo (wołacz)winowina


g) Nome neutro con desinenza in -e: czytanie, "lettura"

Caso (przypadek)Singolare (liczba pojedyncza)Plurale (liczba mnoga)
Nominativo (mianownik)czytanieczytania
Genitivo (dopełniacz)czytaniaczytań
Dativo (celownik)czytaniuczytaniom
Accusativo (biernik)czytanieczytania
Strimentale (narzędnik)czytaniemczytaniami
Locativo (miejskownik)czytaniuczytaniach
Vocativo (wołacz)czytanieczytania

Lingua polacca


Il polacco è una lingua slava occidentale, nonché lingua ufficiale della Polonia.
È parlato come lingua madre da circa 45 milioni di persone
(in Polonia, nei territori che prima della seconda guerra mondiale appartennero allo stato polacco e adesso appartengono alla Lituania, alla Bielorussia o all'Ucraina e anche nei centri di emigrazione polacca nell'Europa occidentale, in America e altrove).

 

Storia

Il polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente – molti autori ed editori proposero le proprie idee e modifiche. L'ortografia così inventata, con cambiamenti minori, viene usata ancora oggi.
Il polacco è sempre stato (e lo è ancora oggi) influenzato dalle lingue straniere, soprattutto il latino, il greco, il tedesco, l'italiano, il francese, il russo e l'inglese.
Un fenomeno comune con altre lingue slave è che, nonostante l'influenza di altre lingue, il polacco non ha perso quasi mai gli antichi corrispondenti slavi, creando in questo modo una vera e propria doppia lingua, con l'uso contemporaneo dei termini sia di origine slava che latina. Doppi termini sono utilizzati in tutti i gruppi sociali ed in ogni luogo della Polonia. Quindi non si tratta di una classe o fascia della società più "erudita" ma di un fenomeno esteso. Nel caso delle lingue slave e specialmente del polacco si osserva un particolare fenomeno dove la parola più moderna (influenzata) non cancella quasi mai quella più arcaica ma piuttosto convive come una delle alternative. Vengono qui sotto riportati alcuni esempi di parole in lingua italiana seguite dalla traduzione in polacco d'origine italiana, latina o greca e da quella originale polacco-slava:
deformare
deformować - zniekształcać
istruzione
edukacja - nauczanie
trasformazione
transformacja – przetwarzanie (przekształcanie, przerabianie)
deputato
deputowany – poseł(wysłannik)
auto (auto-macchina)
auto – samo(samochód)
aereo (aeroplano)
aeroplan – samolot
macchina (macchinario)
maszyna – urządzenie
apparecchio
aparat – przyrząd
organo
organ – narząd
sensazione
sensacja – uczucie
mobile
mobilny - przenośny
guardia
gwardia - straż
repubblica
republika - rzeczpospolita
la pubblica
publiczna – społeczna (o pospolita)
pubblico
publiczność - widzowie
spettacolo
spektakl - przedstawienie
base
baza - podstawa
stabile
stabilny - stały
dinamico
dynamiczny - zmienny
variante
wariant - odmiana
ruolo
rola – znaczenie, czynność, obstawa
funzione
funkcja – znaczenie, miejsce w
posizione
pozycja – miejsce
tipo
typ - rodzaj
tendenza
tendencja – skłonność
localizzare
lokalizować – umiejscawiać - znajdować się
È molto evidente il fenomeno, poco spiegato finora, della incredibile stabilità nello spazio e nel tempo delle lingue slave indipendentemente dal fatto che nello stesso periodo, in altre parti d'Europa dal latino e dalle varie lingue locali si siano create così tante miscele di lingue nuove in continuo mutamento. Probabilmente il segreto della stabilità e della sopravvivenza del polacco (come delle altre lingue slave) sta nello stesso significato della parola slavo che vuol dire parola. Il popolo slavo era un vero e proprio divinatore delle parole (ma assolutamente non scritte per buoni motivi dal lontano passato) per questo nelle parole possono rivelarsi tutti i segreti della lingua stessa. Sembra che la lingua non potendo essere scritta, doveva essere codificata per poter nascondere messaggi più profondi nella essenza delle stesse parole: messaggi sulla storia, sul pensiero e sulla missione dello stesso popolo slavo. Sembra inoltre che indipendentemente dalla bassa consapevolezza degli odierni slavi sulla struttura della lingua slava, essa sopravvive quasi in maniera autonoma per mezzo degli stessi slavi. Questo fenomeno è molto bene visibile con le nuove ed ultime influenze esterne, come per esempio alcuni dei termini moderni che continuano a rispettare comunque l'antico schema delle radici come essenze delle parole così create. Alcuni esempi:
  • samo-lot (aereo),
  • samo-chód (automobile),
  • ksiądz (il prete che deriva direttamente dal księga(libro, dal colui che custodisce il libro santo),
  • kościół (la chiesa, dalle parole; kość-osso e ściółka – sparsa, stesa, per quanto templi slavi si costruivano sulla base a terrazzo di ossa).
Così per esempio la parola Roda o Róda o Ruda(mitologica Madre terra dei slavi, famosa Venere del Paleolitico di colore rosso, infatti róda significa anche rossa di carnagione nel polacco) ha dato origine a tutte quelle parole che la nascondono come radice e che ha un logico senso di connessione con l'essenza della stessa Róda. Da Róda nasce:
  • źródło in polacco rodnik in russo (sorgente),
  • ród (generazione),
  • na-ród (nazione),
  • rodzica (madre),
  • rodzice (genitori),
  • rodzina (famiglia),
  • rodzić (partorire),
  • rodowód (genesi dove terminale wód deriva dall'acqua-woda, wódka- sottolineando fluida natura della genesi),
  • rodzaj (specie, tipo),
  • gród (la città anticamente come borgo di una famiglia-generazione),
  • ogród (giardino, in quanto circondava antiche città chiamate gród),
  • rodło (il simbolo di una famiglia o nazione),
  • przyroda (natura, dove prefisso przy significa accanto o intorno alla Roda),
  • Ruda (cosi sono chiamati tutti i minerali grezzi dai quali si fanno metalli, esempio ruda miedźi (il grezzo del rame da fondere).
L'esempio sopra citato (uno dei tanti) della Roda dimostra una incredibile connessione tra le parole e le loro radici, che evidentemente hanno anche una connessione non soltanto nel suono della stessa parola ma soprattutto nel significato. Probabilmente questo sistema di codifica delle parole impedisce il mutamento delle stesse, in quanto il mutamento di una sola parola derivata dalla radice farebbe crollare a catena tantissime altre parole, fatto praticamente impossibile a verificarsi perché dovrebbero scomparire diverse parole insieme. La Roda è una delle tre elementari basi della mitologia e visione del mondo slavo che corrisponde alla forza creatrice e all'elemento terra-solido. Comunque poi ci sono altri due basi nella trinità slava dalle quali nascono altre parole, usandole come radici-essenza. Trattasi di Woda e Goda, dove woda corrisponde all'elemento acqua-fluido e da essa nascono molte parole col significato della fluidità nel tempo e nello spazio, quindi animata e portatrice di vita in generale, come per esempio:
  • wodzić (guidare)
  • wódz (il capo)
  • przewodzić (condurre)
  • uwodzić (rapire, anche in senso metaforico)
  • wywodzić (avere le origini da...)
  • rozwodzić (separare)
  • dowód (testimonianza)
  • wywód (riflessione riguardo a...)
  • zwód (presa in giro)
La base è slava, con una buona parte del vocabolario e della fraseologia che è di origine latina o greca, come alternative per poter ritrovarsi nell'odierno "villaggio globale". I prestiti dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario, ad esempio "makaron" (pasta, maccheroni), e musicale (specie classico): sonet (sonetto), solista (solista). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure, come pomidor (pomodoro), cebula (cipolla), sałata (lattuga, da insalata), por (porro), dovuti pare a Bona Sforza d'Aragona (14941557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo, regina di Polonia, che importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale italiana. Comunque fenomeni d'influenze come quelle sopra citate non sono una eccezione, essendo esse tipiche di tante altre lingue, influenzate in passato dall'Impero romano, più tardi dalla Chiesa cattolica e ultimamente dalla globalizzazione e da internet. Invece molto più sorprendente nella lingua polacca o nelle altre lingue slave è l'influenza delle lingue slave spesso sulla base d'altre lingue non slave.

martedì 6 dicembre 2011

Złoty polacco valuta ufficiale della Polonia

Lo Złoty polacco è la valuta ufficiale della Polonia. La dicitura in polacco è Złoty - che significa letteralmente aureo. Il codice ISO 4217 è PLN.
A causa dell'iperinflazione dei primi anni novanta del XX secolo, la virgola decimale della valuta è stata spostata di quattro posti. Quindi 10.000 "vecchi" złoty (PLZ) equivalgono a 1 "nuovo" złoty (PLN).


Valute storiche


Złoty nel Regno di Polonia e nella Confederazione Polacco-Lituana


Lo złoty è la tradizionale valuta polacca che risale al Medioevo. Inizialmente, nei secoli XIV e XV il nome fu usato per tutte le monete d'oro straniere utilizzate in Polonia, principalmente i ducati tedeschi e ruteni. Nel 1496 il Parlamento approvò la creazione di una valuta nazionale, il cui valore fu posto a 30 groschen di Praga, poi mutati nel termine polacco grosz.
Lo złoty non era l'unica moneta in uso e il nome fu utilizzato per la moneta da 30 groszy chiamata oro polacco (polski złoty), in opposizione all'oro rosso - czerwony złoty o oro del Reno - złoty reński, anche in circolazione in Polonia. Col tempo, il valore dello złoty si abbassò fino al livello delle monete straniere circolanti.
A seguito della riforma monetaria del Re Stanisław August Poniatowski, lo złoty divenne la valuta ufficiale della Polonia e il cambio di 1 zł per 30 gr fu confermato. Fino al 1787 lo złoty fu legato al Conventionsthaler del Sacro Romano Impero, al cambio di 8 złoty per 1 Conventionsthaler.


Złoty nel Ducato di Varsavia


Lo złoty rimase in circolazione anche dopo le Spartizioni della Polonia e il Ducato di Varsavia iniziò ad emettere monete in grosz, złoty e talar, del valore di 6 złoty. Erano emesse anche banconote in talleri.


Złoty nel Regno del Congresso


La zecca di Varsavia coniò monete in złoty fino al 1841, quando fu stabilito un tasso fisso di cambio tra le valute polacca e russa, al cambio di 0,15 rubli per 1 złoty. Il sistema monetario polacco fu bandito dai russi a seguito della fallita rivolta di gennaio. Le monete polacche rimasero comunque in circolazione fino all'inizio del XX secolo. In questo periodo, la Repubblica di Cracovia iniziò a stampare una sua moneta, lo złoty di Cracovia.


Rublo e Marka 1850-1924


Il rublo russo circolò in Polonia dal 1850 fino al 1917, quando fu sostituito dal Marco polacco, una valuta inizialmente equivalente al Papiermark tedesco.


Złoty, 1924-1939


Lo złoty fu reintrodotto come valuta nazionale polacca da Władysław Grabski nel 1924 durante la Seconda Repubblica Polacca, a seguito dell'iperinflazione e del caos monetario che seguì la Prima guerra mondiale. Questa valuta sostituì il marco polacco al cambio di 1 złoty = 1.800.000 marchi, ed era suddivisa in 100 groszy (la suddivisione utilizzata in Austria).


Złoty del Governatorato Generale, 1939-1944

Il 15 dicembre 1939 fu fondata la nuova Banca Emisyjny dal Governatorato Generale, instaurato dalla Germania nazista. Nel maggio 1940 le vecchie banconote del periodo 1924-1939 furono ristampate. Il cambio di denaro fu limitato persona per persona, a seconda dello status di ognuno (polacco, ebreo etc.). Il cambio fisso era di 1 Reichsmark per 2 złoty. Nel 1941 apparve una nuova serie di banconote; il Governatorato Generale coniò anche monete, simili a quelle del periodo precedente, ma utilizzando metalli meno nobili.


Złoty post-bellico, 1944-1950


Nuove banconote in złoty furono introdotte dal 22 luglio 1944 dalla Banca Nazionale. Circolarono fino al 1950.


Złoty PLZ, 1950-1994


Nel 1950 fu introdotto un nuovo złoty, che rimpiazzò tutte le precedenti valute al cambio di 100 vecchi złoty per 1 nuovo złoty. Le nuove banconote erano datate 1948, mentre le nuove monete 1949; le monete furono inizialmente coniate nei tagli da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 groszy e 1 złoty, con emissioni successive di 2, 5, 10, 20, 50 e 100 złotych. Le banconote furono inizialmente messe in circolazione nei tagli da 2, 5, 10, 20, 50, 100, 500 e 1.000 złotych. Le banconote da 200 e 2.000 złotych furono aggiunte negli anni settanta e i 5.000 złotych apparvero nel 1982. Negli anni ottanta e novanta l'inflazione aumentò in Polonia e portò all'emissione di banconote da 10.000, 20.000, 50.000, 100.000, 200.000, 500.000, 1.000.000 e 2.000.000 di złoty.
Dal 1º gennaio 1990 fu una valuta convertibile.
Tra il 1950 e il 1990 fu utilizzata una valuta artificiale conosciuta come Złoty dewizowy, usata esclusivamente per i calcoli.


Nuovo Złoty (PLN)


Il Nuovo Złoty Polacco è il nome ufficioso nella valuta attuale della Polonia, introdotta il 1º gennaio 1995 a causa della svalutazione della precedente moneta. Il nome della valuta ufficiale non cambiò, in quanto rimase in vigore da legge finanziaria del 1950 che definita lo złoty come valuta ufficiale. La svalutazione portò al cambio di 10.000 Złoty Polacchi per 1 Nuovo Złoty Polacco. La banca che emette il denaro è la Banca Nazionale Polacca (Narodowy Bank Polski).


Monete e banconote


Le monete sono presenti nei tagli da 1 grosz, 2 grosze, 5 groszy, 10 groszy, 20 groszy, 50 groszy, 1 złoty, 2 złote, e 5 złotych, mentre le banconote comprendono tagli da 10, 20, 50, 100, e 200 złotych.


Futuro


Le condizioni di ingresso della Polonia nell'Unione europea il 1º maggio 2004 hanno comportato l'obbligo di procedere all'adozione dell'euro nel rispetto dei criteri di convergenza e stabilità richiesti. Dopo alcuni rinvii l'adesione all euro, inizialmente prevista per il 2011, è attualmente prevista per il 2015. A causa della debolezza dello Złoty però potrebbe essere ulteriormente posticipata.

mercoledì 30 novembre 2011

Cartina della Polonia


Informazioni sulla Polonia


Anno di adesione all’UE: 2004
Sistema politico: Repubblica
Capitale: Varsavia
Superficie: 312 679 km²
Popolazione: 38,1 milioni
Valuta: zloty polacco
Ascolta la lingua ufficiale dell'UE:  polacco





Polonia
Mappa del paese

La parte settentrionale della Polonia, che si estende fino al Mar Baltico, è costituita quasi totalmente da bassipiani, mentre i Carpazi (compresi i monti Tatra) formano il confine settentrionale. La Masuria è la regione dei laghi più vasta e visitata della Polonia.
La Polonia ha una storia ultramillenaria. Nel XVI secolo era uno dei paesi più potenti d’Europa. Vincendo la battaglia di Vienna nel 1683, re Giovanni III Sobieski di Polonia ruppe l’assedio ottomano a Vienna nel 1683, eliminando la minaccia di un’eventuale occupazione dell’Europa occidentale.
La Polonia è un paese ricco di risorse minerali naturali, quali ferro, zinco, rame e salgemma. La miniera di sale di Wieliczka, costruita nel XIII secolo, forma una vera e propria città sotterranea, dotata di ospedale, teatro, chiesa e bar! Tutto è fatto di sale: dalle scale ai lampadari.
L’attuale costituzione della Polonia risale al 1997. Il presidente è eletto con voto popolare per cinque anni. I 460 membri della camera bassa del Parlamento (Sejm) e i 100 membri del Senato sono eletti a suffragio diretto mediante un sistema di rappresentanza proporzionale e restano in carica per quattro anni.
Tra le specialità gastronomiche tradizionali della Polonia si segnalano la zuppa di barbabietole, gli involtini di cavolo (foglie di cavolo ripiene di carne e riso) e i pierogi (sorta di ravioli ripieni, ad esempio, di cavolo e funghi).
Tra le celebrità polacche si possono citare l’astronomo Copernico, il compositore Chopin, la scienziata Marie Curie-Sklodowska, i registi Roman Polanski e Krzysztof Kieslowski, Papa Giovanni Paolo II.

martedì 29 novembre 2011

Abitanti e territorio


La Polonia è il settimo Paese europeo per grandezza ed il più grande fra i dieci che dal 1 maggio 2004 sono entrati a far parte della UE. Più della metà dei 74 milioni di nuovi cittadini europei è costituita dalla popolazione polacca, che raggiunge quasi i 40 milioni di abitanti (38.600.000 per la precisione), il 51% dei quali sono donne; un dato interessante relativamente alla popolazione è l'alta percentuale (60%) di cittadini con età inferiore ai 40 anni, una delle forze lavoro più giovani in Europa.
Situata nell'Europa Centrale si estende su un'area di 312.685 Kmq di cui il 28% coperti da foreste.
I suoi confini corrono lungo 3.600 chilometri ad ovest con la Germania, a sud con la Repubblica Ceca e con la Slovacchia, ad est con la Lituania, la Bielorussia e l'Ucraina, a nord con la Russia.
La maggior parte del confine settentionale è bagnato dal Mar Baltico
l nome del Paese trae origine dal nome della tribù dei Polanie, ovvero popolo che lavora i campi (campo = "pole" in polacco), che viveva nel bacino del fiume Warta, nella zona più tardi denominata Wielkopolska (Polonia Magna). Il centro del potere si trovava allora a Gniezno.Nel corso del X secolo, i duca Polanie (i Piast) conquistarono ed unirono sotto la loro autorità le altre tribù che vivevano nel territorio racchiuso fra i fiumi Odra e Bug, il litorale baltico ed i Carpazi. Il primo duca della dinastia dei Piast, menzionato dalle fonti dell'epoca, fu Mieszko I (intorno al 960-992), considerato il fondatore dello Stato polacco, che riorganizzò i territori conquistati e li riunì in un sistema statale omogeneo.
Dal punto di vista paesaggistico il territorio è suddiviso in tre fasce da nord a sud:la parte settentrionale della Polonia è diversificata e piacevolmente ondulata, relativamente boscosa ed ospita la regione lacustre del Mazury, caratterizzata dalla più alta presenza di laghi post-glaciali di qualsiasi altro paese europeo ad eccezione della Finlandia. La piatta striscia centrale è la principale zona agricola, attraversata dal più lungo fiume del paese, la Vistola, che come tutti i fiumi polacchi scorre verso nord sfociando nel Mar Baltico.
Scendendo a sud, il territorio sale culminando a ovest nei monti Sudeti e a est nei Carpazi che corrono lungo la frontiera orientale. La vetta più alta è il Monte Rysy (2499 m) nei Monti Tatra dei Carpazi, la catena alpina polacca. Alcuni orsi bruni e linci vivono nelle foreste montane mentre nei boschi delle estreme regioni nord-orientali vivono gli alci. Diverse centinaia di bisonti europei, che all'inizio del XX secolo rischiavano l'estinzione, abitano il Parco Nazionale di Bialowieza.
I parchi nazionali polacchi sono distribuiti in modo regolare in tutto il paese, con una concentrazione nelle regioni montuose del sud-est. Anche i 'parchi panoramici' sono molto diffusi ma sono soprattutto aree scenografiche e non sono strettamente protette.
Quasi la metà di tutte le cicogne del mondo nidifica in Polonia: ogni anno in primavera le cicogne ritornano, coprendo la distanza di ca. 8000 km. e costruiscono i loro nidi sui tetti e sui camini delle case di campagna.

domenica 27 novembre 2011

La Polonia


La Polonia, ufficialmente Repubblica di Polonia (in polacco Rzeczpospolita Polska) è uno stato membro dell'Unione Europea e situato nell'Europa centro-orientale.
Ha un popolazione di quasi 39 milioni di abitanti e una superficie di 313.893 km².
La capitale è Varsavia.
Confina a ovest con la Germania, a sud con la Repubblica Ceca e la Slovacchia, ad est con l'Ucraina e la Bielorussia, a nordest con la Lituania e l'exclave russa di Kaliningrad e a nord con il Mar Baltico.
La Polonia è una repubblica parlamentare.
Lo stato polacco ha una storia lunga più di un millennio; nel XVI secolo, sotto la dinastia Jagellone, era uno dei più ricchi e potenti paesi d'Europa.
Il 3 maggio 1791, la Confederazione Polacco-Lituana definì la Costituzione Polacca di Maggio, la prima costituzione scritta d'Europa. Poco dopo, la Polonia cessò di esistere per 123 anni, in quanto spartita tra Russia, Austria e Prussia. L'indipendenza venne riguadagnata nel 1918, in seguito alla prima guerra mondiale, come Seconda Repubblica Polacca. Dopo la seconda guerra mondiale, divenne uno stato satellite dell'Unione Sovietica, conosciuto come Repubblica Popolare Polacca (Polska Rzeczpospolita Ludowa o PRL).
Nel 1989, le prime elezioni parzialmente libere dopo la seconda guerra mondiale, si conclusero con il movimento per la libertà che vinse contro il partito comunista.
Il 12 marzo 1999 la Polonia è stata ammessa alla NATO.
L'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º maggio 2004.
Dalla fine del periodo comunista, la Polonia ha raggiunto un alto tasso di sviluppo e un miglioramento della qualità della vita.